Salì al trono dopo la morte dello zio Corrado III. Egli si impegnò soprattutto per realizzare
l'unità germanica e affermare il potere universale dell'Impero e la sua supremazia sul Papato.
Venuto in Italia nel 1154, tentò di ottenere l'autorità imperiale in Lombardia, anche se con grandi difficoltà.
Così, dopo qualche atto di forza, si diresse a Roma, dove prese accordi con il pontefice Adriano IV,
ottenendo l'incoronazione.
A causa di alcuni disordini scoppiati in Germania, fu costretto a tornare in patria, ma nel 1158, tornò in
Italia per riprendere la lotta contro i Comuni.
Nella seconda dieta di Roncaglia, rivendicò i suoi diritti sui Comuni, alcuni dei quali si ribellarono,
sostenuti anche dal nuovo pontefice Alessandro III, in opposizione al quale, Federico fece eleggere Vittore
IV. Barbarossa, poi, distrusse Crema e Milano, causando però la ribellione dei Comuni vicini, che si
riunirono in una lega.
Alessandro III, intanto, era divenuto sostenitore morale delle forze, che si opponevano a Barbarossa, il
quale, sceso per la quarta volta in Italia, si recò a S. Pietro per insidiare l'antipapa.
Nel 1167, guidata da Alessandro III si costituì la Lega Lombarda, che, con la "Battaglia di Legnano",
riuscì ad ottenere parte delle proprie rivendicazioni. I Comuni rilasciarono all'imperatore una dichiarazione
di vassallaggio, mentre venne loro concessa una completa autonomia amministrativa e in parte politica.
Nel 1189 partì per la III Crociata ma durante il viaggio morì.
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