La Respirazione (parte II)
La respirazione esterna, cioè lo scambio di gas tra il sangue e l’aria alveolare, avviene per diffusione. Essa è un processo passivo provocato da uno spostamento secondo un gradiente di concentrazione.
La respirazione esterna, cioè lo scambio di gas tra il sangue e l’aria alveolare, avviene per diffusione. Essa è un processo passivo provocato da uno spostamento secondo un gradiente di concentrazione.
Il sangue che scorre nei polmoni è povero di ossigeno. L’ossigeno è continuamente rimosso dal sangue e viene usato dalle cellule dell’organismo. Pertanto, quando il sangue arriva ai capillari presenta una bassa concentrazione di ossigeno. Poiché l’aria degli alveoli è ricca di ossigeno, la diffusione provocherà il movimento di ossigeno da una zona con elevata concentrazione ad una a bassa concentrazione. L’ossigeno che penetra nel sangue per la maggior parte si lega all’emoglobina all’interno degli eritrociti, per essere veicolato fino ai tessuti. Il sangue che scorre attraverso gli alveoli polmonari è anche ricco di anidride carbonica. Infatti quando le cellule dell’organismo prelevano l’ossigeno dal sangue circolante vi espellono contemporaneamente l’anidride carbonica (sostanza di rifiuto del metabolismo). L’anidride carbonica pertanto diffonde da una zona ad alta concentrazione, come i capillari sanguigni all’interno dei polmoni, a una a bassa concentrazione cioè l’aria alveolare.
Pertanto, l’anidride carbonica lascia l’organismo per mezzo dell’aria espirata.
Lo scambio gassoso a livello dei tessuti viene chiamata respirazione interna e la direzione del movimento di ossigeno e anidride carbonica è esattamente l’opposto.
Generalmente inspiriamo 500 ml di aria nei polmoni, tale quantità prende il nome di volume corrente. Il massimo volume di aria che possiamo inspirare ed espirare in un singolo atto respiratorio si chiama capacità vitale e corrisponde in uomo adulto a 4.800 ml.
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