10 Ottobre 2009
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Nel corso della storia della società moderna si sono delineate due importanti categorie di animali da cui l’uomo dipende e con cui ha dei rapporti. Del primo gruppo fanno parte gli animali da reddito (bovini, suini, ecc…) la cui esistenza dipende purtroppo solo da fattori di tipo economico. Del secondo gli animali da compagnia o anche definiti d'affezione. Il cane ed il gatto naturalmente ne sono i principali rappresentanti. La convivenza tra uomo e cane ha radici antiche, per quanto riguarda il gatto invece l’addomesticamento ha una storia più breve e per taluni versi meno conosciuta.
Molto probabilmente il lupo rappresenta il progenitore del nostro odierno cane domestico; questo celeberrimo animale aveva in comune con l’uomo preistorico la grande socievolezza, erano entrambe animali che non conducevano una vita da individui solitari ma in comunità (branco), in cui il rapporto tra i singoli era di fondamentale importanza per la sopravvivenza dell’intera specie (es. per la caccia). La progressiva intesa tra uomo e cane ci permise di diventare pastori: con solo due o tre cani è possibile governare un gregge di cento pecore, avere quindi cibo assicurato senza eccessivo sforzo rispetto alle attività di caccia ed inoltre permette di avere più tempo per pensare, creare scienze, arti, leggi. Il cane stesso ricevette dei vantaggi vivendo con l’uomo, dal quale infatti riceveva cibo e con il quale condivideva un rifugio sicuro per sè e di suoi cuccioli. Il gatto merita un cenno a parte: esso è stato addomesticato più tardi rispetto al cane ed ha inoltre un’indole più solitaria nonché un maggior attaccamento allo spazio vitale (territorio/casa) ed alla routine quotidiana. In realtà non bisogna esagerare considerando il gatto un animale asociale, bensì è meglio pensare ad esso come ad un animale caratterizzato da una forte indipendenza. Il miglior atteggiamento da adottare nei suoi confronti è quello di considerarlo come un compagno che ha la libertà di scegliere. Se è capito ed amato può stringere vincoli di affetto di insospettabile ricchezza con le persone da lui scelte. Sono più di quattromila anni che il gatto condivide la sua vita con quella dell’uomo senza mai alienare la sua libertà. “Non esiste un animale che, nel corso di un’associazione millenaria con l’uomo, sia così poco cambiato come il gatto”, ha scritto l’etologo Konrad Lorenz. Ed è questa una delle sue grandi attrattive.
Nella società moderna e soprattutto in ambito domestico ed urbano, il rapporto con gli animali da compagnia si è trasformato essenzialmente in una interazione di tipo emotivo, affettivo. Il legame che si crea è fatto di amore, divertimento e soprattutto rispetto reciproco. La dipendenza dal proprietario per alcune necessità primarie di vita deve far leva sul senso di responsabilità che, insieme all’affetto, costituisce la base del successo per un rapporto che vede rispettata la dignità non di un oggetto, bensì di un essere vivente.
Oggi addirittura si utilizzano gli effetti terapeutici che gli animali da compagnia (pet in inglese) sono in grado di offrire quando opportunamente inseriti in strutture sociali come case di riposo, ospedali, carceri, scuole. Il cane ed il gatto che entra a far parte di un nucleo familiare rappresenta motivo di aggregazione, di maggiore comunicazione tra i vari componenti della famiglia. Possedere un animale d’affezione può inoltre svolgere un ruolo importante nello sviluppo del bambino, poiché offre opportunità di apprendimento che risultano essenziali per la formazione dell’intera personalità. I pet possono infatti agire sul bambini come elemento di stabilità affettiva ed emozionale nell’ottica di una più ampia nozione di responsabilità e di organizzazione comportamentale (ad es. per superare difficoltà scolastiche).
Ciò che maggiormente ci attrae del cane e del gatto, almeno dal punto di vista razionale, è la loro comunicatività, il loro atteggiamento giocoso, la fedeltà ed il loro aspetto estetico. Essi sono molto tolleranti nei confronti del comportamento umano: ci accettano con le nostre nevrosi, i nostri problemi e non si lamentano mai, per quanto possano essere influenzati dai nostri mutevoli stati d’animo. Normalmente scegliamo noi che vita fargli fare, per questa ragione è nostra responsabilità cercare di capirli e fornire loro una serie di esperienze varie e stimolanti. Troppo spesso si interpreta il loro comportamento in termini umani e non ci si sofferma a meditare su quello che realmente fanno e perché. L’approccio più corretto per allevare un cane o un gatto dovrebbe basarsi sull’osservazione del comportamento normale dell’animale e sull’acquisizione di quante più nozioni possibile leggendo riviste e libri specialistici i consultando il proprio veterinario di fiducia. Ricordiamo che un animale non è in grado di procurarsi da solo le cure adeguate, solo noi possiamo farlo per loro.
E’ necessario che maturi sempre più nella nostra società la consapevolezza che ogni singola specie animale è portatrice di proprie caratteristiche, di proprie necessità biologiche e psicologiche che fanno sempre rispettate. Si può concludere con un pensiero di uno studioso di psicologia animale: “Gli animali sono senza ambizioni e cercano di vivere bene per quel tanto che il loro stato glielo consente. Essi sono terreni come noi abbiamo cessato di esserlo e non conoscono le nostre preoccupazioni. Essi ne hanno senza dubbio delle altre, alla loro maniera, e non le hanno inventate come abbiamo fatto noi. Ci verrebbe voglia di essere gelosi della lor piccola felicità, se non sapessimo che la nostra felicità, quando riusciamo a raggiungerla, è di ordine tale che contiene tutte le altre.” (Becker).
Dott. Sandro Lombardo
Medico Veterinario
IL RAPPORTO TRA UOMO E GLI ANIMALI DA COMPAGNIA
IL RAPPORTO TRA UOMO E GLI ANIMALI DA COMPAGNIA Nel corso della storia della società moderna si sono delineate due importanti categorie di animali da cui l’uomo dipende e con cui ha dei rapporti.
Nel corso della storia della società moderna si sono delineate due importanti categorie di animali da cui l’uomo dipende e con cui ha dei rapporti. Del primo gruppo fanno parte gli animali da reddito (bovini, suini, ecc…) la cui esistenza dipende purtroppo solo da fattori di tipo economico. Del secondo gli animali da compagnia o anche definiti d'affezione. Il cane ed il gatto naturalmente ne sono i principali rappresentanti. La convivenza tra uomo e cane ha radici antiche, per quanto riguarda il gatto invece l’addomesticamento ha una storia più breve e per taluni versi meno conosciuta.
Molto probabilmente il lupo rappresenta il progenitore del nostro odierno cane domestico; questo celeberrimo animale aveva in comune con l’uomo preistorico la grande socievolezza, erano entrambe animali che non conducevano una vita da individui solitari ma in comunità (branco), in cui il rapporto tra i singoli era di fondamentale importanza per la sopravvivenza dell’intera specie (es. per la caccia). La progressiva intesa tra uomo e cane ci permise di diventare pastori: con solo due o tre cani è possibile governare un gregge di cento pecore, avere quindi cibo assicurato senza eccessivo sforzo rispetto alle attività di caccia ed inoltre permette di avere più tempo per pensare, creare scienze, arti, leggi. Il cane stesso ricevette dei vantaggi vivendo con l’uomo, dal quale infatti riceveva cibo e con il quale condivideva un rifugio sicuro per sè e di suoi cuccioli. Il gatto merita un cenno a parte: esso è stato addomesticato più tardi rispetto al cane ed ha inoltre un’indole più solitaria nonché un maggior attaccamento allo spazio vitale (territorio/casa) ed alla routine quotidiana. In realtà non bisogna esagerare considerando il gatto un animale asociale, bensì è meglio pensare ad esso come ad un animale caratterizzato da una forte indipendenza. Il miglior atteggiamento da adottare nei suoi confronti è quello di considerarlo come un compagno che ha la libertà di scegliere. Se è capito ed amato può stringere vincoli di affetto di insospettabile ricchezza con le persone da lui scelte. Sono più di quattromila anni che il gatto condivide la sua vita con quella dell’uomo senza mai alienare la sua libertà. “Non esiste un animale che, nel corso di un’associazione millenaria con l’uomo, sia così poco cambiato come il gatto”, ha scritto l’etologo Konrad Lorenz. Ed è questa una delle sue grandi attrattive.
Nella società moderna e soprattutto in ambito domestico ed urbano, il rapporto con gli animali da compagnia si è trasformato essenzialmente in una interazione di tipo emotivo, affettivo. Il legame che si crea è fatto di amore, divertimento e soprattutto rispetto reciproco. La dipendenza dal proprietario per alcune necessità primarie di vita deve far leva sul senso di responsabilità che, insieme all’affetto, costituisce la base del successo per un rapporto che vede rispettata la dignità non di un oggetto, bensì di un essere vivente.
Oggi addirittura si utilizzano gli effetti terapeutici che gli animali da compagnia (pet in inglese) sono in grado di offrire quando opportunamente inseriti in strutture sociali come case di riposo, ospedali, carceri, scuole. Il cane ed il gatto che entra a far parte di un nucleo familiare rappresenta motivo di aggregazione, di maggiore comunicazione tra i vari componenti della famiglia. Possedere un animale d’affezione può inoltre svolgere un ruolo importante nello sviluppo del bambino, poiché offre opportunità di apprendimento che risultano essenziali per la formazione dell’intera personalità. I pet possono infatti agire sul bambini come elemento di stabilità affettiva ed emozionale nell’ottica di una più ampia nozione di responsabilità e di organizzazione comportamentale (ad es. per superare difficoltà scolastiche).
Ciò che maggiormente ci attrae del cane e del gatto, almeno dal punto di vista razionale, è la loro comunicatività, il loro atteggiamento giocoso, la fedeltà ed il loro aspetto estetico. Essi sono molto tolleranti nei confronti del comportamento umano: ci accettano con le nostre nevrosi, i nostri problemi e non si lamentano mai, per quanto possano essere influenzati dai nostri mutevoli stati d’animo. Normalmente scegliamo noi che vita fargli fare, per questa ragione è nostra responsabilità cercare di capirli e fornire loro una serie di esperienze varie e stimolanti. Troppo spesso si interpreta il loro comportamento in termini umani e non ci si sofferma a meditare su quello che realmente fanno e perché. L’approccio più corretto per allevare un cane o un gatto dovrebbe basarsi sull’osservazione del comportamento normale dell’animale e sull’acquisizione di quante più nozioni possibile leggendo riviste e libri specialistici i consultando il proprio veterinario di fiducia. Ricordiamo che un animale non è in grado di procurarsi da solo le cure adeguate, solo noi possiamo farlo per loro.
E’ necessario che maturi sempre più nella nostra società la consapevolezza che ogni singola specie animale è portatrice di proprie caratteristiche, di proprie necessità biologiche e psicologiche che fanno sempre rispettate. Si può concludere con un pensiero di uno studioso di psicologia animale: “Gli animali sono senza ambizioni e cercano di vivere bene per quel tanto che il loro stato glielo consente. Essi sono terreni come noi abbiamo cessato di esserlo e non conoscono le nostre preoccupazioni. Essi ne hanno senza dubbio delle altre, alla loro maniera, e non le hanno inventate come abbiamo fatto noi. Ci verrebbe voglia di essere gelosi della lor piccola felicità, se non sapessimo che la nostra felicità, quando riusciamo a raggiungerla, è di ordine tale che contiene tutte le altre.” (Becker).
Dott. Sandro Lombardo
Medico Veterinario