5 Giugno 2006 Donne e politica
La partecipazione delle donne alla vita politica in Italia è un fenomeno ancora marginale, sia a livello nazionale, che locale.
La partecipazione delle donne alla vita politica in Italia è un fenomeno ancora marginale, sia a livello nazionale, che locale.
Partendo da questo scenario, nasce il progetto “Donne in politica” realizzato da ASDO, promosso dalla Regione Lazio, finanziato nell’ambito dell’iniziativa comunitaria Equal e di cui Progetto Donna è partner. Lo scopo è quello comprendere le ragioni che mantengono le donne distanti dai luoghi della politica, per poi formulare e sperimentare soluzioni possibili. In particolare il lavoro si concentra sul tema della conciliazione tra vita lavorativa e familiare, quale possibile causa della scarsa partecipazione femminile alla politica,fenomeno che costituisce di fatto uno squilibrio nella rappresentanza democratica.
Oltre ad una fase di ricerca, sono previsti incontri con i maggiori partiti e sindacati e la realizzazione di 6 micro-progetti per il sostegno alle donne impegnate nella vita politica, volti alla soluzione dei problemi di conciliazione. Queste sperimentazioni potranno riguardare la creazione di nuovi servizi o l’integrazione di quelli già esistenti, nonché iniziative di formazione e di valutazione. Sul tema della conciliazione è prevista inoltre la realizzazione di Linee Guida per le donne impegnate in politica enel sindacato.
La fase di ricerca, che consiste nella ricognizione della letteratura scientifica e della documentazione sul tema, è stata condotta da ASDO e ha permesso di identificare 8 fattori principali a cui è possibile ricondurre il fenomeno dell’esclusione delle donne dalla vita politica, valutati e discussi nell’ambito di due focus group tenutisi in aprile.
- Il primo elemento individuato è la segregazione verticale diffusa delle donne in ogni ambito della vita economica, sociale e professionale. In questo senso, la metafora classica della piramide non è più sufficiente per rappresentare la situazione in atto: ciascun livello di potere (anche quelli più modesti o relativi ad ambiti territoriali limitati) è costituito da una serie di piccole piramidi, i cui vertici tendono ad essere occupati da uomini .La segregazione diffusa colpisce quindi in modo analogo diverse aree della vita sociale e agisce in tutte le gerarchie dei diversi livelli considerati. Questo comporta un’esclusione sistematica a cui le donne difficilmente riescono a sottrarsi.
- Vi sono poi vincoli materiali alla presenza delle donne nella politica: risorse economiche da un lato, e di tempo e dell’organizzazione per il lavoro di cura dall’altro. Si è valutato che sia soprattutto quest’ultimo fattore che rende difficile per le donne l’accesso alla politica, che tipicamente prevede impegni che si aggiungono alla giornata lavorativa e alle azioni di cura legate ai figli, compagni, genitori. Quando questo fattore si combina anche con una limitata disponibilità di risorse economiche, il percorso che porta le donne ad accedere ai vertici dei partiti e poi alle posizioni istituzionali, diventa molto difficoltoso.
- L’ambiguità del consenso dell’opinione pubblica verso la partecipazione delle donne alla vita pubblica è un ulteriore elemento di difficoltà. Esiste infatti uno scarto tra le opinioni espresse dagli elettori circa l’importanza della presenza femminile nei luoghi della politica e il loro effettivo comportamento al momento del voto. A ciò si aggiunge un’ambiguità di fondo sulle aspettative nei confronti delle donne, criticate se si comportano da “uomini”negando la propria femminilità, o da “donne”, compromettendo la propria credibilità. Anche i media contribuiscono a rinforzare gli stereotipi, concentrando l’attenzione sull’immagine o sulla vita personale delle candidate oppure riportando i punti di vista delle donne politiche solo in relazione alle c.d. “questioni femminili”.
- L’inerzia normativa e comportamentale rappresenta un quarto fattore. Non è sempre facile identificare l’intenzionalità di escludere le donne nell’interpretazione delle leggi o nelle prassi comportamentali, eppure spesso l’effetto è che le disposizioni a favore delle pari opportunità sono neutralizzate. Accade così che le norme sulle quote possano essere aggirate, che i seggi sicuri vengano attribuiti agli uomini, che le disposizioni relative ai limiti alla ricandidatura trovino applicazioni meno rigide per gli uomini.
- Vi è poi un’incertezza della volontà nella promozione dell’accesso delle donne. Ci si riferisce alla mancanza di un’effettiva e concreta fermezza nei soggetti che dovrebbero sostenere la presenza femminile in politica (nell’ambito dei partiti soprattutto, nel sottovalutare i problemi o nello “scarica barile”) e tra le donne stesse che manifestano incertezza e mancanza della sicurezza necessaria per affrontare livelli di responsabilità politica rilevante (fenomeno in attenuazione nelle nuove generazioni). In alcuni casi emerge anche un certo disinteresse per la politica istituzionale, a volte un vero e proprio rifiuto.
- Anche la biografia e la diversità curriculare delle donne rappresentano ostacoli possibili. I percorsi di carriera femminili tendono infatti ad essere caratterizzati da maggiore discontinuità, diversioni, ritorni e ritardi e questo è all’origine del sentirsi o essere percepite come outsiders. Nelle biografie delle donne, in particolare, il lavoro di cura spesso disincentiva l’impegno in politica, fin dall’attivismo politico di base.
Di fronte ad un così grave squilibrio nella rappresentanza, non esiste un impegno sistematico e coeso per superarlo, bensì una frammentarietà della mobilitazione per la leadership femminile. Le battaglie hanno luogo ad intermittenza e la messa a punto di strumenti di azione integrata e costante sembra molto difficile.
La partecipazione delle donne alla politica locale in Italia
Presidente di Regione 10%
Assessore regionale 17,7%
Consigliere regionale 11,5%
Presidente di Provincia 7,8%
Assessore provinciale 17,7%
Consigliere provinciale 11,4%
Sindaco 9,6%
Assessore comunale 16,5%
Consigliere comunale 16,8%
Fonte: per le amm. regionali, Arcidonna; per le amm. provinciali e comunali, ASDO
(entrambi su dati del Ministero dell’Interno,2005)
Donne in politica: lo scenario europeo
Dati riportati sul sito del Ministero per le Pari Opportunità sulla rappresentanza uomo/donna nei parlamenti nazionali europei, mostrano i paesi del Nord Europa ancora una volta leader nel rispetto delle pari opportunità; i dati, aggiornati al13 febbraio 2006, sono online all’indirizzo internet www.pariopportunita.gov.it/DefaultDesktop.aspx?page=265.
L’Italia è tra gli ultimi in questa classifica. Tra i parlamentari eletti alle ultime elezioni, solo il 17,1% dei deputati sono donne e il 13,7 % dei senatori.
Il nuovo Governo conta 6 donne su 25 ministri, di cui una soltanto presiede un ministero con portafoglio.
Ad eccezione dei paesi scandinavi e della Spagna, dove i ministeri sono assegnati più o meno in egual misura a uomini e donne, le cose non vanno meglio negli altri paesi europei.
La presidenza degli esecutivi è quasi esclusivamente maschile, ad eccezione di Angela Merkel in Germania.
I paesi del Nord Europa dominano le classifiche pur non avendo leggi che impongono quote elettorali, che rimangono una scelta dei partiti. L’alto tasso di partecipazione femminile alla vita politica dipende da fattori culturali, ma anche da un welfare che da tempo sostiene le donne nei lavori di cura. Le quote rosa sono una scelta dei partiti in Danimarca, Svezia, Norvegia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. In Francia invece il sistema delle quote è imposto per legge.
La presenza femminile nei Parlamenti europei
Paese Camera
Svezia 45,3%
Norvegia 38,2%
Finlandia 37,5%
Danimarca 36,9%
Olanda 36,7%
Spagna 36,0%
Belgio 34,7%
Austria 33,9%
Germania 32,8%
Portogallo 21,3%
Regno Unito 18,1%
Italia 17,1%
Francia 12,2%
Paese Senato
Belgio 38,0%
Olanda 29,3%
Austria 27,4%
Spagna 23,2%
Germania 18,8%
Regno Unito 17,8%
Francia 16,9%
Italia 13,7%
Danimarca -
Finlandia -
Portogallo -
Svezia -
Norvegia -
Fonte: Ministero per le Pari Opportunità;
per i dati sull’Italia, Progetto Donna
“Poldo e le donne”
Seguite le vicende di Poldo sul nostro sito web: www.progettodonna.net
Fonte: Luciano Anelli