LA NASCITA DEL PAPATO
LA NASCITA DEL PAPATO L'idea del Papato, nasce con Callisto I (217-222), che sostenne il primato del vescovo di Roma, il quale, essendo successore di S. Pietro e vicario di Cristo in terra, esercitava un primato d'onore e di giurisdizione, secondo le parole di Matteo
LA NASCITA DEL PAPATO
L'idea del Papato, nasce con Callisto I (217-222),
che sostenne il primato del vescovo di Roma, il quale, essendo successore
di S. Pietro e vicario di Cristo in terra, esercitava un primato
d'onore e di giurisdizione, secondo le parole di Matteo (16,18).
Successivamente, il Padre della Chiesa Cipriano difese la priorità
del vescovo di Roma, ma anche la parità giuridica di tutti i vescovi.
Il vescovo di Roma esercitava comunque una posizione preminente,
che è testimoniata dal fatto che le sue decisioni venivano accolte
da tutte le chiese. Intorno al 375, inoltre, Damaso I si batté per
sostenere l'autorità dottrinale del vescovo di Roma, e con la nascita
del concetto di sede apostolica,
iniziò l'evoluzione da vescovo di Roma a papa. Con Teodosio si ebbe
il definitivo riconoscimento del vescovo di Roma quale custode della
vera fede e quale massima autorità religiosa, e Siricio (384-399)
redasse, ispirandosi alla forma che avevano i decreti imperiali,
le costituzioni pontificie in cui venne attestata l'identificazione
del papa con S. Pietro.
L'autorità del papa diventò ben presto anche politica. Grazie ad
alcuni personaggi di rilievo che esercitarono questa funzione, come
Gregorio I Magno, il papato
iniziò a colmare il vuoto politico-amministrativo lasciato dalla
dissoluzione dell'Impero d'Occidente, e ad allargare la sua influenza
anche sulle chiese d'Oriente, che giunsero allo scisma del sec.
XI. Questo papa fondò il potere temporale
del papato, che si costituì grazie alle donazioni del re longobardo
Liutprando e dei Franchi.
Fino al sec. XI l'elezione del papa avveniva ad opera del clero
e del popolo di Roma, con la partecipazione dei vescovi delle sedi
vicine, ma con interferenze, in un primo momento, dell'Imperatore
bizantino, poi dei re franchi, e delle casate. Finché, nel sec.
XI, una riforma dell'elezione papale, concesse questo privilegio
solo ai cardinali vescovi. Promovendo la riforma interna, in lotta
con imperatori e sovrani, il papato si trasformò in una ierocrazia (Dominio politico della classe sacerdotale).
Sotto Innocenzo III, inoltre, si ebbe l'accentramento nel papato
di tutti i poteri, compresi quelli di legislatore e amministratore
dei beni ecclesiastici, (Unam sanctam 1302), cosa che trovò una
progressiva resistenza nella nobiltà romana e ancora di più nelle
nuove forze nazionali. E' questa pressione che portò al trasferimento
del papato ad Avignone (1309-77), voluto dal re di Francia, e quindi
allo scisma d'Occidente (1378-1417). La reintegrazione del papato
fu lungamente contrastata e limitata. A questa contestazione, si
aggiunse anche quella, ben più ampia e radicale, della Riforma protestante
(1520), alla quale il papa rispose convocando il Concilio di Trento
(1545), con il quale volle rafforzare il centralismo del papato
e la propria iniziativa politico-religiosa, senza tuttavia riuscire
a eliminare le opposizioni.