10 Ottobre 2009
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CESARE BALBO
CESARE BALBO (Torino 1789-1853) Conte di Vinadio, uomo politico e storico italiano.
(Torino 1789-1853)
Conte di Vinadio, uomo politico e storico italiano. Figlio di Prospero e di Enrichetta Taparelli d'Azeglio, subì in gioventù l'influenza di Alfieri, e fondò, nel 1804, con alcuni coetanei l'Accademia dei Concordi, nelle cui discussioni cominciarono a prendere forma le sue idee liberal-moderate. Durante la dominazione francese in Italia fu al servizio di Napoleone, ricoprendo successivamente le cariche di segretario generale della giunta governativa di Toscana (1808), di segretario della consulta per i territori già pontifici (1809) e infine di uditore al Consiglio di Stato di Parigi (1811). In seguito al moto liberale piemontese del 1821, al quale peraltro non aveva partecipato, fu esiliato nel 1822. Si concentrò da allora negli studi storici e filosofici ed oltre alle Memorie sulla rivoluzione del 1821, la Storia d'Italia sotto i barbari, cioè dal 476 al 774 (1830), i Pensieri ed esempi di morale e di politica, scritti nel 1832-1833 e pubblicati postumi nel 1854, la Vita di Dante (1839), le Meditazioni storiche (1842-1845) e il classico Sommario della storia d'Italia (1846). Iniziato, col Primato di Gioberti, il movimento d'opinione moderato per la soluzione della questione italiana, Cesare Balbo, in sostegno, aveva pubblicato nel 1844 Le speranze d'Italia. Dopo la concessione dello statuto albertino Balbo fu il primo presidente del consiglio del regno di Sardegna (13 marzo - 25 luglio 1848), e in seguito fu capo della Destra nel parlamento subalpino. Ma negli ultimi anni della sua vita tornò a dedicarsi agli studi, scrivendo articoli e saggi che confluirono nella raccolta postuma Della monarchia rappresentativa in Italia (1857). |