CARDO O GOBBO
Il suo nome scientifico è Cinara cardunculus, la sua forma è simile a quella del sedano, ma appartiene alla famiglia dei cardi selvatici, come il carciofo.
Il suo nome scientifico è Cinara cardunculus, la sua forma è simile a quella del sedano, ma appartiene alla famiglia dei cardi selvatici, come il carciofo.
Del cardo sono commestibili solo i gambi, il cui sapore è un po' più dolce rispetto a quello del carciofo, con sfumature che ricordano il sedano, mentre le foglie vanno sempre eliminate. Essendo il cardo piuttosto duro e di sapore amaro, viene sottoposto a imbiancamento in questo modo: le piante vengono coltivate in assenza di luce e, alcune varietà, vengono addirittura interrate, piegando la pianta di lato, verso il basso e ricoperta di terra, restando così fino al momento in cui vengono raccolti. Questo tipo di coltivazione è prevista per il "gobbo" di Monferrato, chiamato così per la forma che assume, simile ad un grosso uncino.
Varietà:
il gigante, a coste dritte, adatto soprattutto per la cottura e il gobbo, di cui sopra, più tenero e dolce, l'unica varietà che si può consumare anche cruda in pinzimonio.
Quando l'acquistate ...:
fate attenzione ai gambi che devono essere bianchi e compatti; non acquistate esemplari che abbiano tracce di colore verde, in quanto duri e amari, mentre quelli che tendono ad aprirsi non sono più molto freschi, quindi scegliete piante dal colore chiaro, chiuse e pesanti, prive di macchie, con costole croccanti e larghe.
Una curiosità:
pensate che, non essendo il cardo un ortaggio facile, per la sua commestibilità, il gelo è fondamentale, infatti, dopo una gelata, la consistenza del cardo diventa migliore e più tenera.
Conservazione:
in un sacchetto di cellophan su cui avrete praticato dei fori, dopo aver avvolto la base della pianta con carta di alluminio, può essere conservato in frigorifero nello scomparto della verdura, per oltre una settimana.
Proprietà:
i cardi sono ricchi di calcio, potassio e sodio.
Come trattarlo:
devono essere eliminate le coste esterne più dure e filamentose fino al cuore. Le coste rimaste vanno spuntate e tagliate a pezzetti; se non vengono utilizzate immediatamente, vanno immerse nell'acqua acidulata con limone per non farle annerire.
Un ultimo suggerimento:
dal momento che la cottura del cardo richiede tempi piuttosto lunghi, dalle due alle quattro ore, organizzatevi di conseguenza e ricordate di mettere un cucchiaio di farina bianca nell'acqua di cottura per evitare che il cardo scurisca.
Ricette:
Cardi ripieni
Cardi alla perugina
Cardi fritti
Cardi all'aroma di tartufo