LA PRIMA GUERRA D'INDIPENDENZA seconda fase (1848-49)
Seconda Fase
Vincenzo Gioberti viene nominato presidente del consiglio, ma costretto a dimettersi cede il potere a Rattazzi e Chiodo. Nel frattempo il Piemonte decide di disdire l'armistizio e di attaccare gli Austriaci attraversando il Ticino. Le truppe piemontesi vengono però aggirate da Radetzky, che ripiega su Novara. Il 23 Marzo i Piemontesi vengono sconfitti a Novara e Carlo Alberto abdica e va in esilio.
Il nuovo sovrano Vittorio Emanuele II si incontra con Radetzky e firma un nuovo armistizio. Il 29 marzo giura fedeltà allo statuto albertino, ed il 9 agosto viene firmata la pace di Milano. L'Austria riceve un indennità di guerra per far ritirare le sue truppe dalla Lombardia, e viene decretata l'amnistia per i cittadini lombardo-veneti esuli in Piemonte.
Nel frattempo la Costituente di Roma proclama la Repubblica Romana e dichiara decaduto il potere temporale del papa. Le pressioni dei cattolici inducono Luigi Napoleone, presidente della Repubblica francese, ad inviare una spedizione contro Roma, che però viene sconfitta da Garibaldi alle porte della città.
Nel luglio dello stesso anno, viene proclamata in Campidoglio la Costituzione della Repubblica, mentre i Francesi entrano nella città. Garibaldi abbandona Roma con duemila volontari, che cercano di raggiungere Venezia, che resiste fino al 26 agosto.