I principali concetti dell’opera di Grotowski
cultura
10 Ottobre 2009 amministratore

I principali concetti dell’opera di Grotowski

Un primo punto che Grotowski affronta riguarda il disinteresse del suo teatro nei confronti della cura di una maggiore savoir-fare, lavorando invece principalmente sulla denudazione dell’attore, che mette

Un primo punto che Grotowski affronta riguarda il disinteresse del suo teatro nei confronti della cura di una maggiore savoir-fare, lavorando invece principalmente sulla denudazione dell’attore, che mette in scena e in gioco, in questa metafora, tutti gli strati più intimi del proprio essere, senza traccia di egotismo oppure di auto-compiacimento, caratteristica quasi sempre presente nel lavoro dell’attore, che spesso, diviene il fine ultimo dell’attività stessa per chi la esercita. L’attore invece, in questo caso, deve essere in grado di fare dono totale di sé, attraverso l’emergere dei suoi strati più intimi dell’essere e del suo istinto, che scaturiscono in una specie di transluminazione, integrando così le energie psichiche e fisiche.
In numerose scuole di teatro, quasi tutte, gli obiettivi sono quelli di insegnare qualcosa a chi si appresta a divenire attore, nella scuola di G. invece, l’obiettivo è quello di eliminare le resistenze dell’organismo, di lavorare sui blocchi psichici, che vanno rimossi. Partendo da queste basi teoriche, il lavoro di G. viene chiamato “teatro laboratorio” e si caratterizza per una serie di scelte tecniche ed operative, che lo rendono un vero e proprio campo di sperimentazione ed applicazione dell’utilizzo di se stessi nel lavoro. Oltre a questo, si definisce anche teatro povero, in quanto, tutto ciò che viene definito superfluo, come trucchi, costumi, cerone, decorazioni varie, ecc. non viene utilizzato nelle rappresentazioni, in quanto, l’idea di fondo è che il teatro possa esistere senza tutte queste cose, ma non possa esistere senza un rapporto diretto e palpabile, una comunione di vita tra l’attore e lo spettatore. Quest’ultimo concetto porta anche alla realizzazione di spettacoli che vedono gli attori recitare tra gli spettatori, attribuendo addirittura ad essi l’interpretazione di una parte all’interno del copione. In altri casi può accadere che gli attori si muovano tra gli spettatori recitando ed ignorando la loro presenza, in altre occasioni invece possono richiedere che si siedano in appositi spazi affinché rappresentino specifici aspetti della rappresentazione, ecc. In tutto questo l’attore deve servirsi esclusivamente del proprio corpo e della propria arte.
Altri aspetti interessanti riguardano il rapporto tra il regista e l’attore, dove si compie un vero e proprio rito, nel quale l’attore deve essere attento, confidente e libero, poiché il lavoro che il regista svolge è orientato ad esplorare le sue possibilità estreme. L’obiettivo del regista non è solo quello di formare un allievo ma semplicemente quello di aprirsi ad un altro essere, rendendo possibile il fenomeno di una nascita condivisa o doppia. Dunque in questo rito l’attore nasce di nuovo,e con lui il regista, il tutto attraverso l’accettazione totale di un essere umano da parte di un altro.

 

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