Vitigni Autoctoni
Il vitigno per essere considerato AUTOCTONO deve essere coltivato sullo stesso terreno da più di cinquanta anni, si deve trovare su di un territorio limitato , in un area geografica delimitata.
Il vitigno per essere considerato AUTOCTONO deve essere coltivato sullo stesso terreno da più di cinquanta anni, si deve trovare su di un territorio limitato , in un area geografica delimitata. E’ stato tralasciato per molti anni, ora si cerca di recuperare quella che è "una ricchezza tutta italiana" Ha bisogno di una vinificazione mirata, non produce molto se al di fuori del territorio di origine nel quale, proprio perché tale , ha sviluppato una totale sintonia tra ambiente e varietà.
Nell’ AUTOCTONO l’Acino ha pochi strati di cellule tra epidemide e derma e quindi il BOUCHET ( che è maggiormente valorizzato proprio dalla buccia dell’acino ) è limitato.
Il colore è meno concentrato e quindi in parte penalizzato A causa dei vinaccioli sussiste un eccesso di TANNINO.
Inoltre il vitigno AUTOCTONO attira molti virus. Esistono circa 170 autoctoni in produzione, circa 250 in coltura, ma sono ancora molte la varietà antiche da recuperare ( estrazione di CLONI per riprodurre la qualità )
Qui di seguito alcuni nomi di Autoctoni in ordine alfabetico (ne esistono 124 varietà di cui alcune sconosciute)
Alba rosa (lazio)
Aleatico (toscana)
Albanella (emilia romagne)
Barbarossa (emilia)
Bombino bianco (puglia)
Canaiolo (toscano)
Cornalin (valle d’aosta)
Durella (veneto)
Erba luce (piemonte)
Fumin (valle d’aosta)
Grignolino (piemonte)
Lacrima di morro (marche)
Malvasia istriana (friuli)
Nieddera (sardegna)
Ormeasco (liguria)
Pecorino (abruzzo)
Passerina (abruzzo lazio)
Quagliano (piemonte)
Ruche’ (piemonte)
Schioppettino (friuli)
Tocai (friulano)
Uva rosa (piemonte)
Vernaccia di oristano (sardegna)
Vitovska (friuli)
Zibibbo moscato di alessandria ( sicilia )