Le origini del dialetto Lucano
Il territorio linguistico lucano si spande a cavallo delle regioni confinanti con la Basilicata, poiché molte colonie romane fondate in Lucania appartengono ora ad altre regioni amministrative.
Il territorio linguistico lucano si spande a cavallo delle regioni confinanti
con la Basilicata, poiché molte colonie romane fondate in Lucania appartengono
ora ad altre regioni amministrative.
Anche per il lucano si hanno quindi i caratteri distintivi tipici delle
altre lingue centro-meridionali, con alcune particolarità.
I caratteri peculiari di questa regione sono cinque:
- si ha un sistema vocalico simile al sardo,
senza distinzione tra suoni aperti e chiusi.
- la vocale finale "e" si pronuncia con un suono indistinto "ë", come
in Puglia e Campania.
- nella zona intorno a Potenza si trova una particolare forma di cambio
vocalico (metafonia) per cui "porco" diviene "porchë", al singolare, e
"puorc'", al plurale. Analogamente la vocale "e" cambia solo in parole
con la finale in "i", così "freddi" e "morti" divengono "friddi" e "muorti".
- si ha una forma di lenizione (cambio consonantico) particolare che porta
al cambio del suono "c"; come in "fuoco", "nevica" e "stomaco", che diventano
"fuogu", "nevega" e "stòmugu"; o ad una sua caduta; come per "lardia"
al posto di "ortica", "modia" per mollica", "mia" per "mica".
- un altro cambio consonantico consiste nel passaggio della "p" in "v",
così "sapere" diviene "savé", "rapa" "rava", "capo" "cavu".
Queste particolarità, che in alcune zone si attenuano, sono affiancate
da fenomeni passeggeri e localizzati, come il passaggio della "t" in "d"
e della "d" in "r". Così "catena" a Potenza diviene "carena", passando
attraverso "cadena"; "seta" diviene "sera" attraverso "seda"; e a Picerno
"rete" è diventato "rede" e poi "rera".
Dividendo queste particolarità è possibile individuare tre aree linguistiche
interne alla Basilicata: una settentrionale, detta "apula", una orientale
appenninica ed una occidentale, calabro-sicula.
Il lucano, contrariamente ad altri dialetti meridionali, è invece ricco
di vocaboli unici. Alcuni condivisi con Campania e Puglia come "strummëlë"
per "trottola", "strettëlë" per "vicolo", "lippë" per "borraccina"; e
altri prettamente locali, come "zoca" per "fune", "rocchia" per "gregge
di pecore"; "frecula" per "briciola" e "straccione" per "piolo".
Nel vocabolario lucano è possibile anche rinvenire termini di origine
latina, come "consobrino", per cugino, "britichë" per patrigno (lat. vitricus),
"pastënë" per vigna nuova (lat. pastinum). O di origine greca, come "burrachië"
per ranocchio (gr. batracos), "ciss" per edera (gr. kissos).